I Ricordi di una vita diplomatica ed esuli pensieri dell’Amb. Giorgio Franchetti Pardo

Continuano le pubblicazioni delle memorie di diplomatici nella collana dedicata alla Memorie e studi diplomatici della Editoriale Scientifica di Napoli. Il quinto volume della collana è quello dell’Ambasciatore Giorgio Franchetti Pardo con il libro Ricordi di una vita diplomatica ed esuli pensieri (2024) nel quale ripercorre le tappe della sua carriera che lo ha portato dalla Spagna al Brasile, al Portogallo, Unione Sovietica e in Turchia. Nella seconda parte del volume figurano una serie di scritti inediti che toccano vari temi, tra cui la “Mediterraneità”, la Turchia, i diritti umani e il rapporto fra Italia e Europa.

Il libro è disponibile gratuitamente nella sua versione digitale.

Questa la scheda dell’editore:

“Seguendo il filo dei suoi ricordi l’Ambasciatore Giorgio Franchetti Pardo racconta di un recente passato ricco di momenti ed eventi significativi visti attraverso gli occhi e la sensibilità di uno spettatore privilegiato. Si inizia con la Spagna franchista della fine degli anni ’50 del secolo scorso, per passare al Brasile, dove Franchetti Pardo assiste alla pacifica Rivoluzione del 1964 che segnò il passaggio dalla Quarta alla Quinta repubblica brasiliana. Nel 1968 l’autore è in servizio in Portogallo quando Antonio Salazar dovette abbandonare il potere per motivi di salute. Dal 1978 al 1982 è a Mosca come numero due della nostra Ambasciata nell’allora Unione Sovietica. Infine dal 1988 al 1993 è Ambasciatore d’Italia in Turchia, dove visse il passaggio dallo stretto controllo dei militari, con a capo Evren, all’elezione del Presidente Ozal nel 1989, che portò nuovamente un civile al potere.

Ognuno di questi momenti è narrato attraverso episodi vissuti personalmente che mettono in luce come il diplomatico si possa sempre trovare ad affronta-re questioni delicate e complesse e deve ricorrere alla propria esperienza e sensibilità (oltre ad una buona dose di buon senso) per poter trovare le soluzioni e le risposte più adeguate alla situazione e più vantaggiose per l’Italia.”

Giorgio Franchetti Pardo, Ricordi di una vita diplomatica ed esuli pensieri, Editoriale scientifica, Napoli, 2024, pp. 132, 13,00 €.

La versione digitale del libro è allegata ed è liberamente disponibile online sul sito dedicato alla Collana: https://diplosor.wordpress.com/collana-di-libri

La collana “Memorie e studi diplomatici” dell’Editoriale Scientifica è dedicata a valorizzare figure ed attività della diplomazia italiana attraverso testimonianze e ricerche condotte da studiosi e storici. Tutti i libri della collana sono normalmente acquistabili in libreria e possono liberamente consultati online nella versione digitale.

Giorgio Franchetti Pardo, diplomatico di carriera in servizio dal 1955 al 1995. All’estero, ha prestato servizio a Barcellona, a Washington, a Rio de Janeiro, a Lisbona e a Mosca. È stato Ambasciatore d’Italia ad Ankara dal 1988 al 1993.

La versione digitale del libro “Somalia” dell’Amb. Claudio Pacifico nella Biblioteca digitale

Grazie alla disponibilità dell’autore, è stata inclusa la versione digitale del libro “Somalia. Ricordi di un mal d’Africa italiano” pubblicato dall’Amb. Claudio Pacifico nel 1996, nella “Biblioteca digitale dei diplomatici italiani”.
Si tratta di un libro, ormai introvabile, di particolare rilevanza per tutti coloro che sono interessati ad approfondire le vicende storiche di un Paese come la Somalia che continua a dibattersi in una profonda crisi che non vede una fine. Memorabili sono le pagine del libro in cui viene descritta, in prima persona, la drammatica evacuazione degli italiani in Somalia nel 1991 organizzata dalla nostra Ambasciata a Mogadiscio.  

Il libro può essere scaricato all’indirizzo:
https://diplosor.wordpress.com/biblioteca-digitale-dei-libri-di-diplomatici-italiani/#Pacifico
sia in una versione ad alta risoluzione (di dimensioni maggiori) sia a bassa risoluzione.

Questa la descrizione del libro dal risvolto di copertina:

“Nei ricordi di un diplomatico italiano, la storia degli ultimi 50 anni dell’Italia in Somalia e una chiave di lettura diversa, dalla parte dei somali, per spiegare una crisi che l’Occidente non è, al fondo, riuscito a capire. L’Autore rivive la sua esperienza in un Paese sconvolto da una guerra devastatrice. Pagine intense testimoniano le speranze dell’AFIS, la breve illusione dell’Indipendenza e della Democrazia, la terribile guerra dell’Ogaden, gli anni del regime di Siad Barre, le contese tribali e i ripetuti tentativi di evacuazione dei connazionali. E, dietro al dramma di una guerra, il ruolo di un Occidente “ottuso”, incapace di comprendere l’anima selvaggia di un popolo libero e disposto a morire in nome del suo credo. A momenti di intensa drammaticità si alternano i racconti di vita fatti di amicizie sincere, di cacce al bufalo secondo il secolare rito del safari, in una simbiosi totale con la natura e gli animali. Lo sguardo si perde oltre l’orizzonte di interminabili pianure, in tramonti di fuoco, nelle corse degli animali liberi, per fissarsi, infine, in immagini indelebili.” 

Claudio Pacifico. Somalia. Ricordi di un mal d’Africa italiano, Edimond, Città di Castello, 1996, pp. 572.

Nato a Roma nel 1947, dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza, Claudio Pacifico si è specializzato in discipline internazionali alla Johns Hopkins University di Bologna e al Winston Churchill College di Cambridge. Nel 1974 ha iniziato una carriera diplomatica durata 38 anni, durante la quale ha svolto servizio in molti luoghi di cruciale importanza per gli interessi del nostro Paese, ma anche in molte sedi spesso difficili e pericolose, se non addirittura veri e propri teatri di guerra come: l’Iran, la Somalia, il Sudan, la Libia, il Bangladesh. Nel 1991 è stato nominato per la prima volta Ambasciatore d’Italia a Dhaka in Bangladesh.Negli anni a seguire, è stato insignito di una lunga serie d’incarichi sempre più importanti: Ambasciatore in Sudan, in Libia, in Egitto e qui Rappresentante italiano presso la Lega Araba. Nel gennaio del 2008, è stato nominato, al grado apicale della carriera diplomatica, Ambasciatore di grado. Saggista e scrittore, è stato anche impegnato nella stesura di molti articoli e saggi di analisi e politica internazionale, tradotti e pubblicati anche in inglese e arabo. Dal 2013 è presidente della casa editrice tifernate LuoghInteriori e presidente dell’Istituto Euro-Mediterraneo e per il Mondo Arabo. 

Pubblicato “La mia tela yemenita”, le straordinarie memorie dell’Amb. Amedeo Guillet

L’Amb. Amedeo Guillet è uno dei diplomatici italiani con una vita straordinariamente avventurosa. Non è certo un caso che su di lui siano state scritte ben due biografie, entrambe molto interessanti ed avvicenti da leggere. Si tratta di quella di Vittorio Dan Segre, “La guerra privata del tenente Guillet” (Corbaccio Editore, 1993) e quella di Sebastian O’Kelly, “Amedeo. Vita, avventure e amori di Amedeo Guillet, un eroe italiano in Africa Orientale” (Rizzoli, 2002).

Grazie all’impegno dei due curatori, il figlio Alfredo Guillet e Rosangela Barone, all’interesse dell’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente (ISMEO) e al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione italiana è stato pubblicato qualche tempo fa un’imponente opera di Amedeo Guillet dal titolo “La mia tela yemenita” (ISMEO, 2022).

Come sottolinea l’Amb. Pasquale Terracciano in una nota all’inizio del libro “La mia tela yemenita non è solo un libro di straordinarie memorie, ma anche una significativa fonte storiografica, a disposizione di chi vorrà approfondire alcuni momenti cruciali nella storia dello Yemen e del ruolo svolto dalla diplomazia italiana al tempo.”

Il libro mette anche in luce gli storici rapporti privilegiati fra Italia e Yemen ed il ruolo dell’uno a favore dell’altro. Tra i tanti esempi di questo rapporto privilegiato si può ricordare da un parte che l’Italia fu il primo stato a riconoscere l’indipendenza dello Yemen dall’Impero ottomano e, dall’altra, che lo Yemen ha avuto un ruolo importante in favore dell’Italia nel quadro dei negoziati alle Nazioni Unite sulla questione del Trentino Alto-Adige. 

Le quasi mille pagine de “La mia tela yemenita” sono suddivise in due volumi, ricchissimi di approfondite note esplicative e bibliografiche e soprattutto di foto ed illustrazioni originali. Un eccezionale album di immagini che ripercorre tutta la vita di Amedeo Guillet e permette di scoprire e conoscere tanti altri aspetti della sua personalità e delle sue passioni. 

Per comprendere meglio la natura del libro è importante leggere le note esplicative dei due curatori che sono qui riportate solo per la parte iniziale:
“L’obiettivo dell’Autore, Amedeo Guillet, nel dettare il presente testo è stato quello di lasciare alle successive generazioni di Yemeniti e delle persone interessate allo Yemen, quindi non solo ad un ristretto numero di specialisti, il contributo di testimonianze emerse dalla sua associazione con lo Yemen e gli Yemeniti nel corso nella sua non breve esistenza. La sua scomparsa prima della revisione delle bozze di La mia tela yemenita ha posto i sottoscritti curatori, suoi assistenti nella stesura del testo («garzoni di bottega» del «maestro tessitore») di fronte alla drammatica alternativa: abbandonare il progetto di pubblicazione o farsi carico della responsabilità della revisione delle bozze e dell’affidamento del testo alle stampe – una responsabilità pesante, se si tiene conto che parte della dettatura da parte di Amedeo Guillet è stata fatta in età avanzata e che un buon numero di descrizioni di eventi e personaggi ‘secondari’, a suo tempo fatte, sarebbero state probabilmente soppresse da lui, se avesse curato personalmente la pubblicazione. Noi curatori, di converso, abbiamo ritenuto importante preservarle, in particolare quelle evocative di atmosfere non conosciute – spesso inimmaginabili – da parte delle attuali generazioni dei Paesi coinvolti.”  

Amedeo Guillet, La mia tela yemenita, (a cura di Rosangela Barone e Alfredo Guillet), ISMEO, Roma, 2022, 2 Voll., pp. 981, € 150.

I due volumi possono essere consultati gratuitamente in versione digitale sul sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Volume 1Volume 2).  

Amedeo Guillet, detto Comandante Diavolo, (1909 – 2010), è stato un ufficiale della cavalleria italiana e un diplomatico italiano. Come diplomatico, a partire dal 1947 prestò servizio a Il Cairo. Nel 1956 fu nominato incaricato d’affari prima e Ministro plenipotenziario poi, nello Yemen (1956-1962). Fu in seguito Ambasciatore d’Italia in Giordania (1962 – 1968) e in Marocco (1968 – 1971). Concluse la sua carriera come Ambasciatore in India (1971-1975). Sono state scritte su di lui due biografie da Vittorio Dan Segre e da Sebastian O’Kelly. Ha vissuto fra l’Irlanda e l’Italia ed è morto a Roma nel 2010 all’età di 101 anni. 

In ricordo dell’Amb. Giovanni Caracciolo di Vietri

Purtroppo pochi giorni fa è venuto a mancare l’Amb. Giovanni Caracciolo di Vietri, già Ambasciatore d’Italia a Belgrado, presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra e a Parigi. Ero stato in contatto con lui in questo ultimo anno per la realizzazione del suo libro “Lettere da Parigi. Francia e Italia nel nuovo millennio“ che avevo fortemente sostenuto. Il libro è stato pubblicato recentemente dalla Fondazione Ugo La Malfa ed è ora disponibile gratuitamente anche in versione digitale sul sito della Fondazione: https://www.fulm.org/collana-gli-scritti/
Leggere le sue pagine permetterà di apprezzare non solo le grandi capacità professionali e di analisi dell’Amb. Caracciolo di Vietri, ma anche di conoscere alcuni aspetti della sua personalità e, pure nelle descrizioni dei reciproci momenti più grigi, del suo grande attaccamento al nostro Paese e alla Francia in cui ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. 

La Fondazione La Malfa presenterà il libro e con l’occasione commemorerà l’Ambasciatore Caracciolo, l’11 gennaio 2024 alle ore 18 presso la Fondazione Primoli in Via Zanardelli 1 a Roma. https://www.fulm.org/blog/in-ricordo-dellambasciatore-giovanni-caracciolo-di-vietri/

Il 13 dicembre 2023 si è tenuta a Parigi una commemorazione dell’Amb. Giovanni Caracciolo di Vietri (vedi comunicato ANSA)

Colgo l’occasione per riportare anche la segnalazione del libro che avevo fatto circolare qualche settimana fa in occasione dell’uscita della versione cartacea:

L’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri, già Ambasciatore d’Italia a Parigi, ha da poco pubblicato il volume “Lettere da Parigi. Francia e Italia nel nuovo millennio“. Si tratta del il primo volume della collana saggistica “Scritti”, una nuova iniziativa editoriale della Fondazione Ugo La Malfa dedicata a temi di attualità nazionale e internazionale.

Il libro, che esce con una prefazione di Giorgio La Malfa e una introduzione di Roberto Antonione, Segretario Generale dell’Iniziativa Centro Europea (InCE), raccoglie le Lettere firmate da l’Abate Galiani, nom de plume dell’Ambasciatore Caracciolo di Vietri, pubblicate sul “Commento Politico”, blog online della stessa Fondazione, dal marzo 2021 all’ottobre 2022. Scritte settimanalmente, le epistole dell’Abate Galiani percorrono questi anni densi di avvenimenti, osservati attraverso lo svolgimento della vita politico-culturale francese e del suo rapporto con l’Italia.

“Le corrispondenze dell’Abate Galiani – scrive La Malfa – partivano dagli eventi della settimana ma da essi risalivano ad aspetti di fondo della vita politica, amministrativa e culturale della Francia. Non erano note giornalistiche, ma analisi di qualcuno che conosceva a fondo la storia e i caratteri del Paese transalpino. La Fondazione Ugo La Malfa ha deciso che queste Lettere da Parigi meritassero di essere raccolte in un volume. Come vedranno i lettori, considerate nel loro insieme queste missive sono un vero e proprio libro sulla Francia contemporanea”.

Giovanni Caracciolo di Vietri,  Lettere da Parigi. Francia e Italia nel nuovo millennio“, Fondazione Ugo La Malfa, 2023. 

La versione cartacea del libro può essere richiesta alla fondazione all’indirizzo info@fulm.org. È gradita una erogazione liberale.  

Un’interessante recensione del libro scritta da Lodovico Luciolli è stata pubblicata su Altriitaliani.net il 23 ottobre scorso

Giovanni Caracciolo di Vietri, diplomatico italiano, ha prestato servizio, all’inizio della carriera, come addetto al Gabinetto di Aldo Moro e successivamente presso le Ambasciate di Addis Abeba e Washington. A Roma, ha collaborato in qualità di Consigliere Diplomatico aggiunto con il Presidente Francesco Cossiga per tutto il settennato. Al Ministero degli Esteri, ha ricoperto gli incarichi di Vice Direttore Generale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali e di Direttore Generale dei Paesi dell’Europa. E’ stato Ambasciatore d’Italia a Belgrado, presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra e a Parigi. Terminato il servizio attivo, nel 2013 gli è stata affidata la guida, per i successivi sei anni e in qualità di Segretario Generale, dell’InCE (Iniziativa Centro-Europea), la più antica organizzazione di cooperazione regionale operante nei Balcani e in Europa centrale.

“Una vita in diplomazia”: un nuovo libro di ricordi dell’Amb. Claudio Pacifico

Un nuovo volume di memorie si aggiunge e completa i precedenti pubblicati dall’Amb. Claudio Pacifico, da ultimo Ambasciatore d’Italia in Libia e in Egitto. In questo volume, intitolato “Una vita in diplomazia. Ricordi di un ambasciatore 1974-2013″ (LuoghiInteriori, 2023)l’autore raccoglie una serie di note e di ricordi della diplomazia italiana, dove vengono descritte diverse figure di diplomatici e grandi ambasciatori del passato oltre ai luoghi e alle situazioni in cui Pacifico ha operato nei suoi anni in carriera.

Scheda descrittiva dell’editore:
“Diplomazia significa innanzitutto dialogo. E per instaurare un dialogo è necessario avere sensibilità, capacità di ascolto e di comprensione dell’altro, cultura, fermezza, apertura mentale. Il dialogo, spesso, è fatto anche di silenzio, di osservazione, di lettura della situazione, e la vita dell’Ambasciatore Claudio Pacifico è una sintesi di tutti questi aspetti. Ma il valore di “Una vita in diplomazia” non si esaurisce nel raccontare l’uomo dietro l’ambasciatore: è uno spaccato storico e culturale dei Paesi in cui Claudio Pacifico è stato attivo, in grado di ritrarre con grande dovizia di particolari le sfumature e le differenze che li contraddistinguono, divenendo uno strumento di testimonianza del cambiamento che ognuno di essi ha vissuto.”

Claudio Pacifico, Una vita in diplomazia. Ricordi di un ambasciatore 1974-2013, LuoghiInteriori, Città di Castello, 2023, pp. 488,  €28.

Nato a Roma nel 1947, dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza, Claudio Pacifico si è specializzato in discipline internazionali alla Johns Hopkins University di Bologna e al Winston Churchill College di Cambridge. Nel 1974 ha iniziato una carriera diplomatica durata 38 anni, durante la quale ha svolto servizio in molti luoghi di cruciale importanza per gli interessi del nostro Paese, ma anche in molte sedi spesso difficili e pericolose, se non addirittura veri e propri teatri di guerra come: l’Iran, la Somalia, il Sudan, la Libia, il Bangladesh. Nel 1991 è stato nominato per la prima volta Ambasciatore d’Italia a Dhaka in Bangladesh.

Negli anni a seguire, è stato insignito di una lunga serie d’incarichi sempre più importanti: Ambasciatore in Sudan, in Libia, in Egitto e qui Rappresentante italiano presso la Lega Araba. Nel gennaio del 2008, è stato nominato, al grado apicale della carriera diplomatica, Ambasciatore di grado. Saggista e scrittore, è stato anche impegnato nella stesura di molti articoli e saggi di analisi e politica internazionale, tradotti e pubblicati anche in inglese e arabo. Dal 2013 è presidente della casa editrice tifernate LuoghInteriori e presidente dell’Istituto Euro-Mediterraneo e per il Mondo Arabo.

Pubblicato il libro “Episodi diplomatici. (Chicago, 1933, Atene,1942)” dell’Amb. Andrea Ferrero

È liberamente disponibile online il secondo Quaderno della Collana “Memorie e studi diplomatici”. In questo “Quaderno” dal titolo “Episodi diplomatici. (Chicago, 1933, Atene,1942)” sono presentati due scritti di Andrea Ferrero, già  Ambasciatore a Montevideo, Praga, Bangkok, che si riferiscono a due “episodi diplomatici” di cui è stato protagonista nei suoi anni giovanili in carriera. Lo stile narrativo adottato è garbato e con qualche punta di ironia e permette al lettore di gettare uno sguardo dietro le quinte diplomatiche di due specifici eventi internazionali.

Il volumetto é stato curato da Stefano Baldi ed ha una Prefazione del figlio, Amb. Giovanni Ferrero a cui vanno i ringraziamenti per aver messo a disposizione gli scritti originali. Nel volumetto sono anche contenute una serie di foto d’epoca che provengono dalla raccolta “Immaginario diplomatico” relativa a foto storiche di diplomatici italiani, consultabile online (https://www.flickr.com/immaginariodiplo).

Il primo racconto “Lo champagne di Balbo” si svolge poco dopo l’arrivo di Andrea Ferrero a Washington. Nel 1933 l’Ambasciatore Augusto Rosso manda Andrea in avanscoperta a Chicago a precederlo, ma soprattutto a preparare un arrivo trionfale di Balbo al comando di 25 idrovolanti partiti dall’Italia. 
Il secondo racconto “Spaghetti Neri” si svolge nove anni più tardi, in Grecia. Nel 1942, un anno dopo il suo trasferimento in Grecia, Andrea Ferrero si trovava ad Atene quando Mussolini, di ritorno dalla Libia fece una sosta nella capitale greca sulla via del ritorno a Roma. Lo svolgimento della visita raccontata con distacco e velata ironia, si presenta quasi come una rappresentazione teatrale.

Andrea Ferrero (a cura di Stefano Baldi), Episodi diplomatici. (Chicago, 1933, Atene,1942), Quaderni della collana  “Memorie e Studi diplomatici”, 2023, pp. 44 (solo in versione digitale).

Il volumetto, che vi invio in allegato, é scaricabile sulla pagina dedicata alla collana: https://diplosor.wordpress.com/quaderni/ dove é anche disponibile il primo Quaderno dal titolo “L’arrivo di Alberto Bellardi Ricci a Montevideo nel 1938” dell’Amb. Gianni Marocco.

Andrea Ferrero, diplomatico italiano dal 1928 al 1968. Durante la sua lunga carriera ha servito come delegato presso le Nazioni Unite e Ambasciatore a Montevideo, Praga e Bangkok.

I “Quaderni della collana Memorie e studi diplomatici” raccolgono specifiche testimonianze o brevi studi di carattere diplomatico volti a far conoscere personaggi ed episodi di storia diplomatica e sono disponibili gratuitamente solo in versione digitale  I Quaderni costituiscono una iniziativa complementare alla collana “Memorie e studi diplomatici” pubblicata dalla Editoriale Scientifica e diretta da Stefano Baldi, dedicata a valorizzare figure ed attività della diplomazia italiana attraverso testimonianze e ricerche condotte da studiosi e storici. 

L’arrivo di Alberto Bellardi Ricci a Montevideo nel 1938

Il breve scritto di Gianni Marocco, già Ambasciatore in El Salvador ed in Paraguay, dal titolo “L’arrivo di Alberto Bellardi Ricci a Montevideo nel 1938” appena pubblicato (in versione esclusivamente digitale), costituisce il primo volume dei “Quaderni della collana Memorie e studi diplomatici”.

Un divertissement, più che un breve saggio, nel quale si abbozzano memorie del tempo perduto (1938), di una diplomazia italiana in quello sperduto angolo di mondo, che era allora l’Uruguay, nel momento del cambio di un Capo Missione, nell’anno fatidico della Conferenza di Monaco e delle Leggi Razziali. L’anticamera dell’inferno. Un Paese con meno di due milioni di abitanti, di cultura e popolazione quasi esclusivamente europea, laica, democratica. Attività per certi versi lontana da quella odierna (abissale la distanza tecnologica), ma per certi versi non molto dissimile, giacché la Residenza, ad esempio, è rimasta la stessa, pur senza vari domestici in livrea, precettori, governanti e… sguattere! Ed identici gli scopi di una missione diplomatica permanente: favorire ed incrementare le buone relazioni bilaterali.

Gianni Marocco, L’arrivo di Alberto Bellardi Ricci a Montevideo nel 1938, Quaderni della collana “Memorie e studi diplomatici, 2023, pp. 33 (solo versione digitale).

I “Quaderni della collana Memorie e studi diplomatici” nascono su iniziativa e sotto la direzione di Stefano Baldi e sono destinati a raccogliere specifiche testimonianze o brevi studi di carattere diplomatico volti a far conoscere personaggi ed episodi di storia diplomatica. I quaderni sono disponibili solo in versione digitale e possono essere liberamente scaricati alla pagina: https://diplosor.wordpress.com/quaderni/

Gianni Marocco nato a Torino nel 1949, laureato con Luigi Firpo in Scienze Politiche e con Franco Venturi in Lettere Moderne all’Università di Torino, Borsista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, ricercatore, autore di varie pubblicazioni e saggi sull’età dell’Illuminismo, la storia ed attualità latinoamericana; autore di narrativa varia e noir, opinionista, in passato pittore e fotografo amateur, residente oggi nel buen retiro di Montevideo, vedovo, con figli e nipoti, città dove iniziò la sua attività all’estero quale Secondo Segretario il 1 febbraio 1980. Funzionario della Carriera Diplomatica dal 1978 alla fine del 2009. È stato, tra l’altro, Console Generale a Bahía Blanca, Porto Alegre e Rosario, Ambasciatore a El Salvador ed Asunción del Paraguay.

Pubblicato un nuovo libro di ricordi dell’Amb. Claudio Pacifico dal titolo “Tra guerre e rivoluzioni”

L’Amb. Claudio Pacifico, da ultimo Ambasciatore d’Italia in Libia e in Egitto, ripercorre la sua avventurosa vita diplomatica attraverso la narrazione dei suoi ricordi di cui è stato appena pubblicato un nuovo volume dal titolo “Tra guerre e rivoluzioni. Ricordi di un ambasciatore” (Gruppo Albatros Il Filo, 2023).

Questa la descrizione tratta dalla quarta di copertina del libro:

“L’autore è stato testimone diretto di fatti salienti che hanno inciso sulla geopolitica mondiale: la Rivoluzione iraniana, gli attacchi alle Ambasciate occidentali, il personale dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Teheran preso in ostaggio, i drammatici tentativi americani di liberarli, le Rivoluzioni delle “Primavere Arabe” in Egitto, Libia, Siria, Iraq. Tra le due, le sanguinose guerre civili in Somalia e in Sudan, gli anni in Libia e il difficile rapporto con Gheddafi, le guerre di indipendenza dei Peshmerga sulle montagne del Kurdistan e dei Tuareg nei deserti del Sahara. La storia personale che si intreccia con la grande Storia in un groviglio di sentimenti quasi mai netti, dove a volte è difficile distinguere il bene dal male, perché i popoli non sono mai entità astratte, ma composti da individui con le loro vite da portare avanti anche nelle situazioni più tragiche. E in quest’ottica a volte si scoprono le vere ragioni che stanno dietro al malcontento di un paese, la rabbia, la delusione e la lotta per la sopravvivenza.”

Claudio Pacifico, Tra guerre e rivoluzioni. Ricordi di un ambasciatore, Gruppo Albatros Il Filo, 2023, pp. 570, 19,50 €

Claudio Pacifico è un diplomatico di carriera. Il suo lavoro lo ha portato a vivere in vari Paesi europei e negli Stati Uniti, in Asia, Africa e Medio Oriente. Ha prestato servizio in una serie di “posti caldi”: nell’Iran della Rivoluzione degli Ayatollah, nella Somalia delle sanguinose guerre tribali. E’ stato Ambasciatore d’Italia in Bangladesh dal 1991 al 1995. Si è occupato a lungo di questioni arabe e mediorientali. Per circa otto anni, dal 1997 al 2004, è stato Ambasciatore d’Italia, prima in Sudan e poi in Libia. Dal 2007 al 1 gen. 2013 è stato Ambasciatore d’Italia in Egitto e Rappresentante Italiano presso la Lega Araba. Ha scritto circa una decina di libri ed altrettanti saggi di politica internazionale.

Per ulteriori informazioni su Claudio Pacifico e sulle sue pubblicazioni è possibile consultare il suo sito personale: http://www.ambasciatoreclaudiopacifico.it

Pubblicate le memorie dell’Amb. Gabriele Paresce nella nuova collana di “Memorie e studi diplomatici”

È uscito il libro postumo di memorie dell’Amb. Gabriele Paresce, Ambasciatore d’Italia in Corea all’inizio degli anni sessanta, dal titolo “Memorie di un diplomatico. Londra, Washington, Seoul (1931-1966)“, pubblicato dalla Editoriale Scientifica nella nuova collana “Memorie e studi diplomatici”. Il libro è stato curato dal Prof. Giuseppe Spagnulo che ha anche realizzato un lungo saggio biografico che precede le memorie.
 
Il libro è il risultato di un progetto iniziato due anni fa quando l’Amb. Ludovico Ortona (autore dell’introduzione del volume) presentò all’Amb. Stefano Baldi il dattiloscritto inedito gelosamente conservato dalla famiglia dell’Amb. Paresce. Grazie alla disponibilità della Sig.ra Dialta Malvezzi Campeggi (nuora dell’Amb. Paresce) è stato possibile intraprendere il percorso di revisione e ordinamento dei testi che portato al risultato finale della pubblicazione.

Il volume inaugura la collana “Memorie e studi diplomatici” che, d’intesa con l’Editoriale Scientifica di Napoli, è stata costituita proprio per valorizzare testi inediti di autori diplomatici. La collana, diretta da Stefano Baldi, è dedicata a valorizzare figure ed attività della diplomazia italiana attraverso testimonianze e ricerche condotte da studiosi e storici. I libri della collana saranno normalmente acquistabili in libreria, ma una novità importante è che la versione digitale sarà liberamente disponibile online. L’auspicio è che tale formula permetta alla collana un’ampia diffusione e soprattutto che essa riscuota sia l’interesse di eventuali autori che naturalmente a quello dei lettori.

Ecco la scheda descrittiva del libro realizzata dall’editore:

“Un’affascinante testimonianza del secolo scorso, raccontato attraverso le memorie di Gabriele Paresce, diplomatico italiano e docente universitario di Storia dei Trattati. Appartenente a una famiglia di origini aristocratiche dai tratti marcatamente europei (il padre era siciliano e la madre russa), con una profonda sensibilità verso la cultura, l’arte e l’avventura, Gabriele Paresce racconta, attraverso queste memorie, le speranze, le passioni, i travagli e le delusioni della sua epoca, a cavallo tra il ventennio fascista – del cui establishment egli era stato parte – e il primo ventennio di democrazia repubblicana. Una vita intensa e dinamica quella di Paresce: da Firenze a Mosca, da Londra a Mogadiscio, da El Alamein a Trieste, da Washington a Seoul. L’ingresso nel mondo diplomatico negli anni Trenta, inizialmente come addetto stampa presso l’Ambasciata italiana a Londra, gli consente di vivere da vicino esperienze e situazioni di eccezionale significatività storica, che in questo volume sono ampiamente descritte e che costituiscono il lascito più interessante per gli studiosi. Altrettanto importanti sono le numerose testimonianze di incontri e di rapporti tenuti da Paresce con personalità di primo piano, italiane e internazionali, tra cui Mussolini, Churchill, Eden, Edda Ciano, Ezra Pound, Carlo Sforza, e moltissimi altri. Attraverso una prosa colta e raffinata, Gabriele Paresce riesce a farci rivivere le immagini, le sensazioni e le atmosfere del suo tempo, un tempo in gran parte trascorso al servizio del suo Paese.”

Gabriele Paresce, Memorie di un diplomatico. Londra, Washington, Seoul (1931-1966) (a cura di Giuseppe Spagnulo), Editoriale Scientifica, Napoli, 2023, pp. 192, 16,00 €.

La versione digitale del libro può  essere scaricata gratuitamente sul sito della Penna del diplomatico dedicato ai diplomatici scrittori.

Gabriele Paresce (Firenze 10 maggio 1900 – Roma 30 maggio 1982) è stato un politico, un militare, uno storico e un diplomatico del XX° secolo. A partire dagli anni Trenta inizia a svolgere missioni culturali in Gran Bretagna, per poi essere assunto nel personale dell’Ambasciata italiana a Londra. Dopo il secondo conflitto mondiale, viene reintegrato nei servizi di stampa del Ministero degli Affari Esteri, svolgendo un lungo periodo di lavoro a Washington. Nel 1961 è accreditato come ambasciatore italiano in Corea del Sud. Ha pubblicato i libri: Italia e Jugoslavia dal 1915 al 1929 (R. Bemporad e Figlio, 1935), La Korea nella competizione internazionale in Estremo Oriente (Giuffrè Editore, 1966) e Russia e Cina (quattro secoli tra guerra e pace) (Bompiani, 1971).

Inaugurata a Vienna la mostra “La Penna del Diplomatico” in occasione del ”Festival di letteratura italiana”

Nell’ambito del Festival di letteratura italiana “La Fonte”, svoltosi a Vienna è stata inaugurata il 4 marzo 2023, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, la mostra “La Penna del Diplomatico”, realizzata dall’Ambasciatore Stefano Baldi.

L’esposizione, costituita da 18 pannelli tematici con 340 copertine di libri, illustra un lato meno conosciuto dei diplomatici che è rappresentato dai volumi che hanno pubblicato. La mostra si basa sul più vasto progetto di ricerca “La penna del diplomatico” che l’Autore conduce da oltre 20 anni e cha ha portato all’individuazione e catalogazione di 1400 libri pubblicati da oltre 340 autori diplomatici.

I generi che più interessano i diplomatici italiani e li stimolano a pubblicare libri, sono soprattutto la storia e la politica internazionale, oltre alle memorie. Non mancano tuttavia i libri di narrativa e di poesia, oltre ai numerosi volumi dedicati ai Palazzi che ospitano le Rappresentanze diplomatiche all’estero. Una sezione della mostra è infine dedicata ai diversi volumi pubblicati in lingua straniera.