Stefano Baldi racconta Felice Benuzzi: il diplomatico che amava le montagne

Il Bansko Mountain Film Festival 2017 ha offerto l’occasione all’Ambasciatore Stefano Baldi di raccontare la storia di Felice Benuzzi. Benuzzi, che nel 1943 era prigioniero di guerra, evase dal campo di prigionia per scalare, insieme ad altri due compagni, il Monte Kenya. Un’impresa eroica giustificata dal suo amore per la montagna e per la libertà. Benuzzi in seguito diventò un diplomatico e conservò la sua passione per la montagna per tutta la vita. Scrisse il libro “Fuga sul Kenya. 17 giorni di libertà” che, nella sua versione inglese “No picnic on the Mount Kenya” è ormai divenuto uno dei classici della letteratura di montagna.

Felice Benuzzi. Il diplomatico che amava le montagne

 

Libro di Rory Steele sulla vita del diplomatico italiano Felice Benuzzi

E’ recentemente uscito la versione italiana di un libro scritto da un diplomatico australiano, Rory Steele, che riguarda la straordinaria figura di un diplomatico italiano: Felice Benuzzi.

“Il cuore e l’abisso. La vita di Felice Benuzzi” (Alpine studio editore, 2017), che ha una prefazione di Sergio Romano, è il titolo del libro appena uscito in versione italiana (il libro è stato originariamente pubblicato in lingua inglese con il titolo “The Heart and the Abyss“) nel quale Rory Steele  ricostruisce le incredibili vicende di un personaggio di grande coraggio e passione.

Ecco la scheda dell’editore:
“Nel 1943 Felice Benuzzi evase da un campo di prigionia inglese in Kenya per scalare la seconda vetta più alta d’Africa. Con due compagni, senza mappe e con attrezzatura di fortuna attraversò la giungla fino alla vetta del monte Kenya. Dopo diciassette giorni fece ritorno al campo e si presentò a rapporto dallo sbalordito comandante. L’alpinismo fu la sua più grande passione. Iniziò a scalare in un’epoca in cui molte vette non avevano ancora un nome e tante non erano mai state salite, e continuò anche quando le attrezzature progredirono e l’accesso alle montagne divenne più semplice. Scrittore colorito e ragionatore profondo, ebbe una vita straordinaria dall’inizio alla fine. Visse il periodo del fascismo e delle leggi razziali, e le sfidò sposando una donna ebrea di Berlino. Divenne funzionario delle colonie e in Africa ottenne una medaglia al valore per il coraggio dimostrato in combattimento. Dopo il rimpatrio iniziò una brillante carriera diplomatica e la sua personalità carismatica lo portò a ricoprire numerosi e importanti incarichi. Per scrivere questa biografia, l’autore non si è accontentato di consultare libri e i registri del Ministero degli Affari Esteri, ma ha avuto accesso anche agli archivi privati e alle migliaia di lettere dello stesso Benuzzi grazie al pieno appoggio della sua famiglia.”

Rory Steele, Il cuore e l’abisso. La vita di Felice Benuzzi, Alpine Studio editore, Lecco, 2017, pp. 314, € 16,80.

Rory Steele è australiano ed è nato a Perth. Fra i dieci e i dodici anni ha vissuto in Liguria e in Toscana e in quel periodo si è innamorato dell’Italia. Si è laureato in letteratura italiana e francese a Oxford con perfezionamento a Napoli. Conoscitore della cultura classica antica, e influenzato da studi approfonditi della Divina Commedia e dei poeti Baudelaire e Rimbaud, ha pubblicato due volumi di poesie in inglese. I suoi interessi culturali si estendono alla storia e ai più impegnati scrittori contemporanei.
Entrato nella carriera diplomatica ha avuto incarichi nel Ghana, in Corea del Sud, al Cairo, a Ginevra. Nel periodo 1986-88 è stato Ambasciatore d’Australia in Iraq e dal 1997 al 2001 Ambasciatore d’Australia a Roma, “realizzando un sogno della sua vita intera”.
Oltre alle poesie ha scritto il romanzo storico Ghosts in the Helmet Trees sulla resistenza a Bassano del Grappa, e un saggio sul voto italiano all’estero Diaspora Parliaments.

Intervista RAI del 1987 a Felice Benuzzi sulla sua “Fuga sul Kenya”

Grazie ad un video disponibile su YOUTUBE, è possibile rivedere una breve intervista a Felice Benuzzi, tratta da “Prigionieri”, documentario ideato e realizzato da Massimo Sani nel 1987. Felice Benuzzi (1910-1988) alpinista, scrittore e diplomatico, autore del libro “Fuga sul Kenya” (1948, riedito da Corbaccio nel 2012) è anche tra i protagonisti del recente libro “Point Lenana” di Wu Ming 1 e Roberto Santachiara.

Questo la descrizione dell’intervista riportata nella pagina di YOUTUBE:
“Sani ebbe l’idea di riunire decine di ex prigionieri italiani — sia «cooperatori» [con gli Alleati dopo l’armistizio] sia «non-cooperatori» — tra le rovine del campo di concentramento nazifascista di Fossoli, nel modenese. Il genius loci stimolò il ripescaggio dei ricordi, che si intrecciarono in un racconto comunitario durato un intero giorno d’estate, fino a sera inoltrata. Tra i partecipanti c’era anche Felice: fisico asciutto, camicia vinaccia a maniche corte, calzoni scuri, vocali aperte alla triestina. Sarebbe morto un anno dopo. Sani gli diede molto spazio, lo lasciò raccontare la sua storia e fece inquadrare dalla telecamera alcuni acquerelli dipinti a Nanyuki.
Ritroviamo qui uno dei tipici understatement di Felice: «Le autorità inglesi mi consideravano una specie di cattivello». La testimonianza si trova nella seconda puntata, “La scelta”. Alle voci e immagini di questa sorta di rito collettivo si alternano immagini di repertorio (per esempio, cinegiornali in varie lingue), sequenze di fotografie d’epoca e brani di interviste filmate in altre circostanze. Fra gli intervistati [nel documentario] vi sono diversi storici, tra i quali Flavio G. Conti e Giorgio Rochat. Dal documentario Sani trasse anche un libro, “Prigionieri. I soldati italiani nei campi di concentramento. 1940-1947″, Rai-Eri, Roma 1992.”

La Fuga sul Monte Kenya di Felice Benuzzi

E’ stato appena ripubblicato uno dei libri classici della letteratura di montagna scritto da un diplomatico italiano. Si tratta del volume “Fuga sul Kenya. 17 giorni di libertà” di Felice Benuzzi, in una nuova edizione, corredata di molte fotografie, pubblicata da Corbaccio.

Nel libro autobiografico, Benuzzi racconta la sua incredibile fuga nel 1942, insieme a due compagni, da un campo di concentramento britannico per tentare la scalata al monte Kenya (MT. 4986).

Felice Benuzzi, come Amedeo Guillet, è una di quelle figure straordinarie della seconda guerra mondiale che, con la sua memorabile impresa, ha contribuito a tenere alto l’onore dell’Italia. Non è un caso che sia Benuzzi che Guillet, al termine del conflitto, hanno avuto una brillante carriera come diplomatici.

Ecco la scheda del libro preparata dall’editore:

Nel 1943 tre prigionieri di guerra italiani, Felice Benuzzi, Giovanni Balletto e Vincenzo Barsotti evasero dal campo di prigionia britannico a Nanyuki, in Kenya, al solo scopo di scalare il Monte Kenya. Si erano preparati per mesi, di nascosto, procurandosi con mille espedienti i materiali per costruire ramponi, piccozze, corde… Non avevano carte topografiche: l’unica immagine del Monte Kenya che potevano usare come riferimento era l’etichetta di un barattolo di carne in scatola. Quasi alla cieca attraversarono la foresta equatoriale per giungere ai piedi della montagna. Il triestino Benuzzi era un alpinista esperto, così come il genovese Balletto, mentre il camaiorese Barsotti era alla sua prima esperienza, tant’è che fu costretto a restare al «campo base», quando, stremati e malnutriti, dopo due settimane e varie peripezie, Felice e Giovanni tentarono infine con successo «l’assalto alla vetta»raggiungendo la cima della Punta Lenana (4985 metri). Dopo aver piantato il tricolore e lasciato un messaggio con i loro nomi in una bottiglia,i due si riunirono a Vincenzo e, insieme, fecero ritorno a Nanyuki dove si consegnarono alle autorità. D’altronde non sarebbe stato possibile per loro fuggire: il paese neutrale più vicino era il Mozambico che distava più di mille chilometri.
Questa incredibile avventura venne successivamente raccontata da Benuzzi direttamente in inglese e poi tradotta in italiano e pubblicata nel 1947 con il titolo di Fuga sul Kenya. L’edizione francese uscì nel 1950 e nel 1952 finalmente apparve l’edizione inglese, No Picnic on Mount Kenya, il cui straordinario successo garantì nel tempo a questo libro la meritata fama di «classico dell’avventura».

Felice Benuzzi, Fuga sul Kenya. 17 giorni di libertà, COrbaccio, Milano, pp. 352, € 19.90

Felice Benuzzi nacque nel 1910 a Vienna e trascorse l’infanzia a Trieste. Dopo la laurea in Giurisprudenza si trasferì a Addis Abeba nel 1938 come funzionario del Ministero per l’Africa. Con la conquista dell’Abissinia da parte degli inglesi nel 1941 fu internato nei campi di prigionia inglesi in Kenya, dove rimase fino alla fine della guerra. Rientrato in patria nel 1946, entrò in diplomazia e, dopo essere stato in Pakistan, Francia, Germania Ovest, Australia, concluse la sua carriera come ambasciatore italiano in Uruguay. Fu membro dell’Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente, presidente del centro Culturale Italia-Pakistan e, appassionato alpinista, fu tra i soci fondatori di Mountain Wilderness. Morì a Roma nel 1988.

Il volume può essere acquistato in libreria o ordinato attraverso le principali librerie online (ad esempio http://www.ibs.it)

Per consultare la lista completa dei libri pubblicati da Felice Benuzzi:
http://baldi.diplomacy.edu/diplo/listbooks.htm#B